Sessione Aggiornamento in Medicina Estetica: innovazioni, approcci avanzati e tecnologie emergenti- Intervista sulla sessione all'evento Skills for high precision aesthetic medicine 2024

Intervista a cura dell'ufficio stampa Agorà realizzata alla Delegata incaricata Dott.ssa Valentina Degnoni
 


 

Nella prima relazione il dottor Fabrizio Vignoli si è focalizzato sui filler volumizzanti, con particolare attenzione alla permanenza e al mantenimento dei risultati

 

Il tema che ha accomunato tutte le relazioni è l’accento sulla conoscenza approfondita dell’anatomia e delle sostanze che si vanno a utilizzare. Il collega ha dimostrato, in virtù delle nuove tecniche di imaging (come peraltro si era già sentito a proposito dell’ecografia), che un filler può permanere anche nel lungo periodo, fino a due anni. Vignoli ha portato la sua personale esperienza, suggerendo che non serve utilizzare troppo materiale, semmai il prodotto corretto, ossia studiato e autorizzato per quella specifica zona, in base alle caratteristiche aerologiche e alla sede di impianto, nonché il giusto piano in cui deve essere infiltrato. Quindi la perfetta conoscenza dell’anatomia e il prodotto giusto fa si che si possa usare meno sostanza, ottenendo la massima resa.

 

Di anatomia parla anche la seconda relazione del dottor Preite, che prende in considerazione sia quella statica che funzionale, per comprendere l’effetto di trattamenti combinati, filler e tossina botulinica, che permettono una rimodulazione morfologica del viso.

Anche qui l’anatomia è stata valorizzata dagli studi ecografici, la cui utilità si rivela interessante sia pretrattamento, per comprendere l’esatta zona da trattare, sia post, per verificare la correttezza del piano di lavoro utilizzato. La combinazione di queste due sostanze, che comunque hanno sedi d’impianto diverse, può essere fatta nella stessa seduta o in momenti diversi. L’azione del filler e della tossina, seppur differenti, trova un razionale sinergico nell’ottica dei trattamenti “full-face” per armonizzare tutto il volto, pur partendo da un obiettivo specifico.

Il dottor Heydecker mantiene il concetto di trattamenti combinati ma si concentra sul corpo. Cosa è emerso?

In questo caso il collega utilizza gli energy-device, laser in particolare, di cui ha un’ottima conoscenza ed esperienza, che rappresentano un’ottima alternativa alla chirurgia. Questo è molto interessante in tutti quei pazienti che non intendono avvalersi della chirurgia, né in termini d’impatto fisico né economico.

 

 

Infine, il professor Sito ha dedicato una relazione a una regione anatomica molto delicata, quella del solco lacrimale.

Il “tear trough” è stato trattato dal professore con l’unico prodotto autorizzato per quell’area con la tecnica ad ago e un unico accesso, portando a supporto un’interessante casistica. La sua perfetta conoscenza anatomica e manualità hanno permesso di ottenere dei risultati appezzabili in una parte così difficile. Tuttavia, ritengo che per trattare un’area così delicata le conoscenze devono essere molto elevate, riuscendo a padroneggiare manualità che sono virtuose, ma solo in mani esperte. Ecco che la formazione è la carta vincente per avvicinarsi alla maestria.