Sessione Tecniche avanzate per la Medicina Estetica del volto- Intervista sulla sessione all'evento Skills for high precision aesthetic medicine 2024

Intervista a cura dell'ufficio stampa Agorà realizzata al Delegato incaricato Dott. Marco Enzani
 


 

Apre questa interessante sessione interamente dedicata alle metodiche più nuove per trattare diverse parti del viso, la relazione del dottor Lazzari, con un focus particolare alla regione frontale

Un intervento davvero interessante. Perché, prendendo a pretesto la zona del viso più vicina a quella maggiormente comunicativa, la zona oculare), ha introdotto uno sguardo nuovo con cui trattare la zona. Innanzitutto, ha parato di medicina di genere, analizzando le caratteristiche della fronte di una donna e quella di un uomo, introducendo il concetto di medicina estetica di transizione. Un approccio che, a ben vedere, inserisce la nostra specialità in tematiche sociali, che raccontano l’odierna visione del fascino del viso. Tutto ciò può essere analizzato al meglio grazie all’Intelligenza Artificiale, con software creati appositamente per offrire immagini virtuali di come dovrebbe essere una fronte, fermo restando le proporzioni auree che ben conosciamo.

 

Il dottor Centofanti ha concentrato l’attenzione sulle tempie

Zone che solo di recente hanno catalizzato le nostre attenzioni. D'altronde molto raramente un paziente viene da noi chiedendo di trattare il mento o le tempie. Che, in realtà, con il passare del tempo tendono diventare scavate e la loro scheletrizzazione inficia anche sui trattamenti liftanti delle restanti zone. Se sapientemente trattata, la fossa temporale può garantire un buon sostegno a tutto il viso. A quel punto Lazzari ha schematizzato i diversi gradi di aging che ne cambiano la forma della tempia, da convessa a piatta, a concava, mostrando come intervenire sia sul piano profondo che su quello più superficiale, e contribuire così al ringiovanimento di tutto il volto. 

 

Come “Delegato Agorà”, cosa suggerirebbe ai colleghi per motivare la necessità di intervenire su questa zona così poco attenzionata?

Nella risposta mi collego alla relazione successiva del dottor Papagni, riguardante la zona periorbitaria, in cui si è sottolineata l’importanza di un accurato assesment del paziente. Attraverso semplici domande che mirano a rivelare l’espressività di ogni viso, si comprendono molte variabili: dal peso dei tessuti adiposi e dei muscoli, alle simmetrie, ai vuoti e pieni che si creano con le dinamiche della mimica facciale. L’intervento sulle tempie va sempre correlato alla zona periorbitale, per non dare l’illusione visiva di rimpicciolimento, facendo sembrare gi occhi più vicini, ma aiutare a sostenere un obiettivo liftante in primis dello zigomo, poi dell’intero viso. Per farlo serve guardare il volto allo specchio, fotografarlo anche di profilo, mostrando al paziente un piano importante, quello di Francoforte (auricolo-orbitario) che aiuta a comprendere come la correzione della tempia sia necessaria e fondamentale.   

 

Tornando alla relazione del dottor Papagni, immagino abbia parlato di tecniche combinate in questa zona, così complessa anatomicamente e al contempo con una pelle altrettanto delicata

Negli ultimi anni (e lo dico con intento di critica positiva, ovviamente) abbiamo assistito a una serie di lavori non perfettamente svolti, per via di prodotti non adeguati o per imperizia nella scelta della tecnica. Una zona, che peraltro, invecchia diversamente a seconda dei piani di riferimento. A livello profondo, nonostante i suoi saldi legamenti, risente dello scivolamento, per gravità, della zona zigomatica che trascina la zona inferiore verso il basso. A livello superficiale, l’epidermide risente di una serie di fattori, sopra tutti la diminuzione d’idratazione. Va da sé che per risolvere un inestetismo così complesso, serva avvalersi di un approccio inevitabilmente combinato.

 

E dopo gli occhi, il focus passa alla seconda zona più importante a livello comunicativo, la bocca. Cosa ha presentato la dottoressa Calisti?

È una zona cui sono particolarmente affezionato, in virtù della mia tesi di specializzazione, tra l’altro vincitrice di un premio. Ebbene, ritengo che, se con gli occhi è difficile mentire, con la bocca diventa praticamente impossibile. Calisti ha trattato la zona tra naso e labbro superiore soffermandosi sulle proporzioni. In periodi di crisi, a livello estetico si tende a recuperare i valori, la classicità, le giuste proporzioni, che risultano sempre rassicuranti. Le proporzioni auree tornano a essere il centro delle attenzioni estetiche, evitando di rivedere le “violenze” che negli ultimi decenni hanno subito le labbra a causa delle tendenze che esasperavano questa zona asservendola all’effimero. Anche in virtù si questa tendenza estetica, classica e raffinata, l’imperativo è la padronanza delle tecniche, che possono avere varie direzioni, orizzontale o verticale, ma che è essenziale conoscere alla perfezione. Ci siamo anche svincolati dalle mode americane, ritrovando un orgoglio tutto italiano nel gusto delle proporzioni. Noi, comunque, siamo medici, e questo significa che prima di abbracciare trend, dobbiamo studiare anatomia e dinamica alla perfezione, per poi esercitare la manualità alla perfezione.

 

Ultima zona oggetto di studio, il mento, curato dalla dottor Salti

Anche il mento è una zona spesso dimenticata. Tuttavia, l’approccio delle donne e degli uomini è diverso in termini di richieste. Le prime si concentrano sulla parte più superficiale, nelle irregolarità cutanee che si formano con l’aging, mentre i secondi si focalizzano sulla conformazione del mento e la sua volitività. Interessante il contributo del collega in termini di allargamento del focus, parlando di linea mandibolare e di profili, quindi proporzioni ideali. La summa di questo convegno potrebbe essere proprio l’idea di un’estetica medica intesa come terapia, di ripristino di proporzioni e simmetrie che l’invecchiamento comporta, il tutto con un elevato grado di personalizzazione. Ad esempio, di fronte a una “semplice” richiesta di trattare le labbra, andrebbero considerate le zone limitrofe e la loro interazione che concorre a creare la bellezza di un viso. Mi spiego: dal labbro si dovrebbe considerare la zona periorale, quella mandibolare e le rughe nasogeniene. Che, a loro volta, possono derivare dallo scivolamento dei tessuti nella regione zigomatico malare, direttamente influenzata dallo “svuotamento” delle tempie, cui si ancora, in stretta connessione con la regione orbicolare e frontale. L’estetica moderna si distingue da una visione parcellizzata e dicotomica, omnicomprensiva del volto per ricreare equilibri persi o non donati dalla natura. Perché si sa: il lavoro migliore è quello che non si vede. La bellezza non è sinonimo di vanità, è direttamente correlata all’unicità della persona.

 

Cosa vorrebbe lasciare come pensiero conclusivo alle giovani promesse?

Se prima era il paziente a scegliere il medico, oggi può essere il contrario: se abbiamo un modus operandi chiaro e distinguente, con precise scelte estetiche, basate su una solida formazione e suffragate dalla scienza, è evidente che riusciremo ad attrarre il “nostro” paziente ideale, con quella comunanza di visione e intenti che facilita il raggiungimento di obiettivi davvero condivisi. Per questo serve formarsi e crearsi un personale approccio, con “radici” che attingono linfa dalla scienza. Non possiamo permetterci improvvisazione in questo settore. E il paziente dovrebbe esigere la massima professionalità.