Sessione Tossina Botulinica: evoluzione delle applicazioni cliniche- Intervista sulla sessione all'evento Skills for high precision aesthetic medicine 2024

Intervista a cura dell'ufficio stampa Agorà realizzata al Delegato incaricato Dott. Andrea De Santis
 


 

La prima relazione della sessione, del dottor Lozza, riguarda l’anatomia statica e dinamica dei muscoli del volto. Quali considerazioni tenere a mente soprattutto in fatto di dinamicità del viso?

Come spesso accade, l’integrazione di diversi saperi e competenze, come appunto quella di un neurologo e di un medico estetico, è foriera di interessanti potenzialità. Il collega ha mostrato come, attraverso un ago, sia possibile centrare millimetricamente l’obiettivo, attraverso un segnale sonoro che ricostruisce perfettamente la zona del muscolo trattata. Questo va a ovviare a una difficoltà che riassumo con l’affermazione “gli aghi non hanno occhi”. L’opportunità di mirare esattamente il bersaglio ha due conseguenze: la riduzione di effetti collaterali in altri muscoli e la diffusione della sostanza, come pure la possibilità di studiare protocolli in zone al momento off-limits come ad esempio il muscolo frontale.

 

Il dottor Guido Dalla Costa si è soffermato sul trattamento di patologie cutanee con alte diluizioni di tossina botulinica

Questa relazione è stata interessante perché ha aperto l’orizzonte della visione del medico estetico. La tossina, oltre che gli utilizzi classici in campo dermatologico, come in caso di iperidrosi palmare o plantare, può trattare acne, regolando la produzione di sebo o la microcircolazione, oppure cicatrici e cheloidi, riducendo l’infiammazione. Un’ulteriore conferma che il botulino è sicuro ed efficace anche a dosaggi diversi o comunque più alti di quelli che siamo abituati usare. Utilizzi peraltro ora ben documentati in letteratura, che rassicurano nella nostra professione medica.

 

Anche la dottoressa Rinaldi ha parlato di nuove indicazioni terapeutiche della tossina. Ce le può descrivere?

Il pregio di questa relazione è stato invitarci a riflettere sulle differenze anatomiche che intercorrono tra diverse etniche. Ad esempio, se osserviamo il viso di un paziente asiatico notiamo che il muscolo del massetere è molto più sviluppato del nostro. Va da sé che questi pazienti hanno esigenze che valicano la mera replicazione di un volto occidentale. Si tratta di incontrare bisogni legati alla conformazione naturale. Questo pone due riflessioni: di conoscere le differenze anatomiche e fenotipiche, nonché quelle culturali del Paese di origine del paziente. Oggi diventa essenziale operare con un approccio multiculturale

 

Filler e tossina botulinica sono una “coppia” ormai collaudata nel trattamento “full face”. Cosa ha portato di nuovo la dottoressa Renga?

Nella nostra professione è fondamentale che chi sviluppa delle tesi lo faccia con il supporto della letteratura scientifica. E la dottoressa lo ha fatto magistralmente. Suddividendo il viso in tre aree, dalla fronte al mento, ha dimostrato le evidenze che supportano l’utilizzo combinato di tossina e filler. Questi dati confermano che usarli insieme offre risultati più eclatanti. E con questo si supera la tendenza che in passato vedeva i colleghi oltre oceano utilizzare  dosi massicce di tossina rispetto ai filler, mentre noi europei usavano protocolli diametralmente opposti. Questa inversione di pratica soddisfa molto di più il paziente e, dati alla mano, anche noi medici, come confermano le misurazioni di cui oggi ci avvaliamo grazia e strumenti sempre più precisi.

 

Ci può fare un esempio di questi protocolli?

Poniamo il caso di un paziente con una zona frontale molto segnata. In questo caso possiamo rilassare i muscoli della glabella, che restituiscono subito un aspetto più disteso, e nel contempo ridare turgore alla zona della tempia, che con gli anni tende a scavarsi. Ecco che da un’esigenza si allarga il focus, per così dire, ottenendo un effetto più eclatante e soddisfacente per il paziente  che si vede sottrarre qualche anno e fatica dal viso.  

 

La dottoressa Russo ha concluso la sessione con una relazione sull’utilizzo della tossina in alte diluizioni e un biostimolante con Chac Tecnology, che modifica meccanicamente l’acido ialuronico

In questo caso l’acido ialuronico trattato è usato come biostimolante: la nuova tecnologia rende possibile “spezzettare” le macromolecole e renderle utili per veicolare vitamine, antiossidanti e aminoacidi. Così si stimola la pelle, migliorando la qualità cutanea. Combinando la tossina, si ottiene un perfezionamento dell’idratazione unitamente alla distensione delle piccole rugosità, rendendo il risultato estremamente naturale, quindi desiderabile.  

Qual è il messaggio da portare a casa?

Decisamente la possibilità di tornare forti e ricchi di evidenze scientifiche solide. Partecipare a questi eventi è importante per aggiornarsi e comprendere che, se c’è una letteratura alla base dei trattamenti, si sta facendo correttamente medicina, come peraltro avviene in qualsiasi altra specializzazione. Pubblicare uno studio e citare una letteratura condivisa a livello internazionale, significa seguire il cammino intrapreso oggi dalla medicina estetica: la scienza prima di tutto.