LA FOTOGRAFIA IN CHIRURGIA DERMATOLOGICA: INDIVIDUAZIONE DI UNA CORRETTA LUCE PER UNA PARTICOLARE APPLICAZIONE CLINICA
L’articolo in oggetto esamina il tipo di illuminazione che dovrebbe essere utilizzato in chirurgia dermatologica. Vengono prese in considerazione tre categorie principali di sistemi illuminanti: illuminazione ambientale, illuminazione on camera, illuminazione off camera.
Nonostante l’American Telemedicine Association abbia suggerito provvisoriamente il tipo di illuminante, l’obiettivo della documentazione fotografica in dermatologia dovrebbe produrre immagini con parametri ripetibili ed affidabili e consentire confronti nel tempo delle manifestazioni dermatologiche.
Gli autori sconsigliano l’illuminazione naturale privilegiando l’utilizzo di flash incorporati nella fotocamera, flash esterni e pannelli luminosi a LED. L’articolo, inoltre, elenca una lista di possibili soluzioni valutando brand diversi.
E’ opportuno sottolineare che più è ampia la superficie di diffusione della sorgente luminosa più l’effetto della luce sarà morbido. I softbox e gli ombrelli offrono una luce più morbida rispetto alla luce prodotta da flash montati sulla fotocamera.
I pannelli luminosi a LED producono una luce continua semplice da usare ed offrono risultati ottimali. Le peculiarità che si richiedono ad un sistema illuminante non sono solo da ricercare nella facilità di apprendimento da parte dell’operatore, ma anche nella velocità di acquisizione dell’immagine stessa. La luce naturale e la luce ambientale rappresentano l’opzione più pratica ma richiedono spazi più ampi, attrezzature diversificate e maggior addestramento del personale.
L’intensità luminosa è, inoltre, di difficile standardizzazione come pure il mantenimento di una costante temperatura del colore. Se si vuole una maggiore standardizzazione è opportuno attrezzare la fotocamera con flash on -camera o con flash esterni. Tuttavia l’illuminazione off camera richiede maggiori conoscenze fotografiche, spazi ulteriori e costi aggiuntivi. Gli autori ritengono che un buon compromesso sia l’utilizzo di pannelli luminosi a LED.
Documentare il paziente e controllare nel tempo l’evoluzione delle lesioni rappresentano gli obiettivi della fotografia in dermatologia. L’attrezzatura fotografica dovrebbe prendere in considerazione un corpo macchina reflex con sensore a pieno formato o a formato ridotto, un obiettivo per le riprese per la figura intera, un obiettivo per il full face con funzione macro e un sistema illuminante con luci flash o pannelli a luci continua LED. E’ richiesta in fotografia clinica dermatologica la standardizzazione delle immagini. Ciò significa che i componenti dell’attrezzatura ed i parametri di acquisizione utilizzati per le riprese devono essere mantenuti costanti nel tempo.
Due sono gli argomenti che gli AA avrebbero dovuto affrontare con maggiore attenzione: il bilanciamento del bianco ed il rapporto di riproduzione. In verità Il bilanciamento del bianco viene preso in considerazione, ma solo marginalmente. Gli AA a ragione discutono della temperatura del colore riferita a diversi illuminanti ma solo superficialmente viene affrontato il modo per risolvere la questione.
Mentre l’occhio umano si adegua alle diverse temperature di colore scartando le eventuali dominanti con un meccanismo che rientra nella sfera della costanza percettiva, la fotocamera non è in grado di fare altrettanto ed è per questo che si rende necessario il bilanciamento del bianco. Ciò lo si ottiene inserendo nella ripresa fotografica un target grigio neutro. La foto catturata in formato raw e visualizzata con un programma di conversione dei file RAW (Raw converter) potrà essere bilanciata cliccando con la pipetta sul target grigio neutro in modo da rendere l’immagine priva di dominanti colore relative a quel dato tipo di illuminante.
Il secondo problema da tenere in considerazione è il rapporto di riproduzione che definisce il rapporto tra le dimensioni dell’immagine sul sensore e le dimensioni reali dell’oggetto. La valutazione delle dimensioni reali della lesione dermatologica e delle eventuali modifiche dimensionali nel tempo della medesima lesione, potranno essere facilmente documentabili inserendo all’interno della composizione fotografica un righello millimetrato.
Autore del contributo di commento:
Roberto Favero - Membro del Comitato Scientifico Agorà
ABSTRACT ARTICOLO ORIGINALE
OGGETTO DEL CONTRIBUTO DI COMMENTO
Dermatol Surg.
2018 Jan;44(1):106-114.
doi: 10.1097/DSS.0000000000001303.
Photography in Dermatologic Surgery: Selection of an Photography in Dermatologic Surgery: Selection of an Appropriate Lighting Solution for a Particular Clinical Application Microneedling: A Review and Practical Guide
Chen BR, Poon E, Alam M.
BACKGROUND: Lighting is an important component of consistent, high-quality dermatologic photography. There are different types of lighting solutions available.
OBJECTIVE: To evaluate currently available lighting equipment and methods suitable for procedural dermatology.
MATERIALS AND METHODS: Overhead lighting, built-in camera flashes, external flash units, studio strobes, and light-emitting diode (LED) light panels were evaluated with regard to their utility for dermatologic surgeons. A set of ideal lighting characteristics was used to examine the capabilities and limitations of each type of lighting solution. Recommendations regarding lighting solutions and optimal usage configurations were made in terms of the context of the clinical environment and the purpose of the image.
RESULTS: Overhead lighting may be a convenient option for general documentation. An on-camera lighting solution using a built-in camera flash or a camera-mounted external flash unit provides portability and consistent lighting with minimal training. An off-camera lighting solution with studio strobes, external flash units, or LED light panels provides versatility and even lighting with minimal shadows and glare.
CONCLUSION: The selection of an optimal lighting solution is contingent on practical considerations and the purpose of the image.
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