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GIORNATA SPECIALISTICA DERMATOLOGIA - Congresso Agorà 2020




Tra i principali approfondimenti troviamo l’annosa questione della nostra “carta d’identità corporea”: le mani. Da molti considerate il proprio “biglietto da visita”, le mani possono rivelare molto dell’età di una persona influenzando la percezione che gli altri hanno di noi e diventando una vera e propria forma di accettazione sociale. Le mani curate riflettono però anche uno stile di vita più sano rivolto ad una beauty routine attenta ai particolari. Sono queste riflessioni che, in misura sempre più crescente, tendono ad avvicinare molti pazienti a prendersi cura del proprio aspetto, a cominciare da zone “diverse” dall’attenzione quotidiana, eliminando il fai da te e rivolgendosi alla dermatologia e alla medicina estetica. Idratare infatti è il primo step da adottare per la salute delle mani, non solo per la loro bellezza. Come per il volto infatti, anche le mani hanno bisogno di trattamenti biorivitalizzanti con acido ialuronico per ridurre la profondità delle rughe e riattivare i fibroblasti in modo da regolare i processi biochimici, bloccando i radicali liberi e prevenendo la disidratazione. Con mani particolarmente “asciutte” e “scheletriche” il ricorso ai filler è quasi d’obbligo essendo questi una categoria di acidi ialuronici ad azione riempitiva, adatti al trattamento di questa particolare sede anatomica. Non solo filler però, anche la tecnologia laser che, in un paio di sedute, può venire in aiuto per combattere il problema delle cosidette “macchie di vecchiaia”.


Cura delle mani come quella dei capelli. I principali aggiornamenti li troviamo nell’alopecia fibrosante frontale che colpisce soprattutto le donne dopo la menopausa e provoca recessione dell’attaccatura dei capelli, la perdita delle sopracciglia e dei peli degli arti e può avere una progressione lenta, rapida o rapidissima. A tutt’oggi non esiste una cura universalmente accettata: i trattamenti mirano a fermare o almeno a rallentare la progressione della perdita dei capelli ed a ridurre i sintomi soggettivi. Tra le nuove frontiere di trattamento quello che si basa soprattutto sull'uso di corticosteroidi topici, intralesionali ed orali, idrossiclorochina. Altre nuove opzioni terapeutiche comprendono citochine antinfiammatorie e antistaminici. Attualmente i pazienti, sempre più spesso, rivolgono la loro attenzione verso le problematiche tricologiche, ossia di capelli e cuoio capelluto, in maniera sempre più incisiva e maniacale, anche se privi di patologie conclamate. Per questo motivo, il lavoro dello specialista diventa molto più arduo e complesso nel quale è fondamentale potersi avvalere di strumenti diagnostici veloci, funzionali ed accessibili che possano dare un riscontro pratico anche al paziente stesso. La microscopia in luce polarizzata, ad esempio tra gli aggiornamenti diagnostici, consentirà al professionista medico di avere un follow-up chiaro, oggettivo, predisposto ed organizzato fornendo altresì molte informazioni circa lo stato di salute del bulbo e del fusto del capello. Tra gli aggiornamenti più interessanti sicuramente troviamo l’autotrapianto di capelli (AT). Questa procedura si è evoluta al punto da rappresentare l’indicazione primaria per la copertura della maggioranza delle aree alopeciche cicatriziali superando i vecchi limiti imposti a questa procedura. Il maggiore ostacolo all’ottenimento nelle aree cicatriziali di risultati analoghi a quelli soliti in aree sane è rappresentato dalla variabilità qualitativa del tessuto ricevente. Modificare questo parametro è quindi fondamentale. Ne consegue che l’adozione di interventi di medicina rigenerativa, utilizzando sequenze ricostruttive ben pianificate, rappresenti la soluzione reale e sostenibile per fornire una maggiore idoneità delle aree cicatriziali stesse all’intervento.


In tricologia, così come in altri campi della medicina, esistono numerose contraddizioni spesso frutto di “fake news”, convinzioni e credenze che restano nel tempo non supportate però da evidenze scientifiche. In questo quadro generale il paziente, oltre a non avere le giuste conoscenze, è spesso disorientato e confuso. Lo stesso termine “tricologo” risulta quanto mai ambiguo e fuorviante infatti, “colui che si prende cura dei capelli” può essere identificato in numerose altre figure mediche e non. Importante ricordare che, al giorno d’oggi in piena era social e filtri fotografici, alla criticità dell’individuazione del corretto professionista si aggiunge soprattutto l’errata convinzione che il trapianto di capelli possa rappresentare la cura definitiva alla calvizie alimentando così false aspettative e frustrazione nei pazienti che decidono di sottoporvisi.


Si ringraziano per la preziosa collaborazione le Società Scientifiche AIDA (Associazione Italiana Dermatologia Ambulatoriali); SIDEMAST (Società Italiana Di Dermatologia Medica, Chirurgica, Estetica E Delle Malattie Sessualmente Trasmesse); ISPLAD (International Society Of PlasticRegenerative And Oncologic Dermatology) e SITRI (Società Italiana di Tricologia)

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