Cosa rappresentano oggi i tatuaggi?
Se prima la pratica del tatuaggio era ad appannaggio di una fetta particolare di popolazione, attualmente è diventato un fenomeno socialmente accettato e sempre più diffuso.
Secondo i dati ufficiali della Commissione Europea, più di 60 milioni di persone in Europa hanno almeno un tatuaggio. Oltre alla decorazione del corpo si affiancano tecniche mutuate dal tatuaggio indicate con il termine di dermopigmentazione che vengono utilizzate sia per finalità estetiche, ad esempio il trucco permanente, che mediche, a volte indispensabili per coprire aree corporee interessate da interventi chirurgici o da terapie aggressive.
Nonostante la pratica del tatuaggio sia invasiva, soprattutto quella basata sull’introduzione intradermica di inchiostri mediante aghi, manca a livello europeo una legislazione specifica.
L’assenza di una regolamentazione e controllo armonizzato sugli inchiostri e le procedure di esecuzione dei tatuaggi risulta essere particolarmente critica perché, con l’incremento del numero di individui tatuati, stanno aumentando le relative reazioni avverse: complicanze che comprendono essenzialmente rischi di tipo infettivo e chimico-tossicologico.
Quest’ultimo è dovuto all’esposizione prolungata dei tessuti cutanei ai pigmenti presenti negli inchiostri, alle relative impurezze tossiche ed ai prodotti di degradazione. Particolare attenzione sarà rivolta allo studio del comportamento fotochimico dei pigmenti contenuti negli inchiostri per tatuaggi, in seguito ad esposizione alle radiazioni solari ed alla luce laser.
Bellezza si ma con un occhio particolare alla salute: se i tatuaggi ad esempio sono molto estesi possono nascondere la comparsa di melanomi che, come si sa, devono essere trattati precocemente perché possono incidere sensibilmente sulla sopravvivenza.
Oltre a questo non vanno dimenticate le possibili reazioni allergiche di pigmenti e non solo.
Secondo alcuni studi la metà dei soggetti tatuati ha qualche tipo di reazione allergica: alcune sono frequenti come arrossamento, orticaria, indurimento della pelle oppure infezioni per funghi che si sovrappongono al tatuaggio o per batteri altre invece sono più rare e possono essere anche tardive e di progressione asintomatica.
Sempre più pazienti infatti, si rivolgono ai dermatologi, e non solo, perché presentano reazioni avverse ai tatuaggi, a volte eseguiti anche anni prima del manifestarsi delle problematiche. Il numero di questi consulti è sempre più in crescita proprio perché la pratica del tatuaggio è in continua espansione e diffusione. Inoltre la mancanza di una normativa aggiornata e rigida che regolamenti la produzione, etichettatura e vendita dei pigmenti per tatuaggi favorisce l’approvvigionamento ed utilizzo di pigmenti poco consoni se non, a volte, addirittura molto pericolosi per la salute dei soggetti tatuati.
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